Come dar vita a una florida attività di dropshipping senza correre rischi e adottando le necessarie cautele

Con l’avvento esplosivo e fortemente attrattivo del web, o più in generale della rete, i gusti e le tendenze dei consumatori si sono, con elevata attitudine, trasferite dal negozio fisicamente inteso al mercato digitale, più comodamente raggiungibile con il proprio smatphone.

Infatti, nella prassi commerciale si sta affermando, sempre più ed in modo incalzante, una nuova forma di vendita, un metodo operativo che descrive un peculiare e assai appetibile modello di business, applicabile all’e-commerce: il dropshipping che consiste, sostanzialmente, nel vendere un qualsiasi prodotto online attraverso il commercio elettronico, senza, però, averlo materialmente in un magazzino di stoccaggio.

Più in concreto, gli articoli – che possono essere i più disparati: da un quadro di antiquariato a un motorino e così via – vengono venduti sul web senza essere, in realtà, concretamente posseduti dal venditore, ma, semplicemente, proposti agli acquirenti, facendo così da tramite tra il pubblico ed il fornitore primario (dropshipper).
Questa operazione è effettivamente possibile perché c’è primariamente alla base – cioè prima di contrattare con i potenziali acquirenti – un accordo tra venditore/marketer e fornitore primario/dropshipper in un’ottica di reciproco e mutuo vantaggio.

Il contratto stipulato tra il marketer e il dropshipper – contratto di dropshipping – è molto conveniente e presenta notevoli vantaggi: da un lato, per il marketer vi sono elevati sgravi fiscali con la possibilità di dar vita ad un florido business senza investire un ingente capitale, essendo fortemente ridotti i costi di avviamento per l’investimento e non essendovi, inoltre, la necessità né di avere un magazzino né di tenere l’inventario della merce e, dall’altro, per il dropshipper vi è la possibilità di vendere un maggiore quantitativo di merce, di conseguire elevati ricavati e di evitare, con questa formula commerciale, la pianificazione del marketing per il proprio brand.

Da entrambe le parti c’è, dunque, convenienza economica e c’è, altresì, la possibilità di ampliare il bacino della propria clientela a livello internazionale; tuttavia tale attività non è esente da rischi per quanto riguarda il controllo diretto sulla merce che si vende, per gli eventuali reclami in merito ai prodotti difettosi, per la gestione delle consegne e modalità di pagamento, per quanto concerne le comunicazioni e le pubblicità ingannevoli ecc…

Infatti, affinché venga stipulato un completo e sicuro contratto di dropshipping, di tipo B2C (business to consumer) rispettoso non solo della normativa civilistica – come per esempio, della garanzia per i vizi della cosa venduta (art. 1490 c.c.), degli effetti della garanzia (art. 1492 c.c.), dei termini e delle condizioni di proposizione dell’azione (art. 1495 c.c.) ma anche della disciplina prevista dal Codice del Consumo (l’art. 37 bis cod. consumo) per la tutela amministrativa contro le clausole vessatorie, (l’art. 34 cod. consumo) per l’accertamento della vessatorietà delle clausole, con l’adozione di una serie di accorgimenti e clausole concernenti il prezzo, le modalità di consegna, il regime della responsabilità per danni da prodotti difettosi, la gestione del sito web con le necessarie cautele – è opportuno affidarsi a un legale specializzato in diritto.

Non solo, l’attività preliminare e il supporto che può fornire un legale per l’individuazione del più conveniente regime fiscale da adottare, anche per l’acquisto del dominio su internet e per la creazione di un sito e-commerce che abbia elevata potenzialità attrattiva per l’utenza, sono fondamentali per coloro che intendano ottenere dei cospicui e, soprattutto, sicuri profitti da tale attività senza correre alcun rischio.

Pertanto, si consiglia all’interessato che necessiti di un supporto legale per stipulare un valido e sicuro contratto di dropshipping di rivolgersi ad “ACQUiRENTi APS” che saprà indirizzarvi prontamente per una completa assistenza legale.